Palazzo Galletti di Santamarina

INFO

Location: Palermo, via del Celso, 21
Proprietà: Santamarina Luxury Suites srl.
Area: mq. 6.500,00
Progetto: 2017
Fine lavori: Novembre 2020

Il Palazzo Galletti di Santamarina (o Palazzo del Marchese di Santa Marina) sorge su un’area del Mandamento Monte di Pietà prossima all’incrocio di piazza Vigliena e si presenta come una porzione consistente dell’isolato delimitato a Est dalla via Maqueda, a sud dalla via del Celso, a Ovest dalla Discesa Santamarina e a Nord dalla via dei Candelai.

L’edificio, costituito da aggregazioni di parti realizzate in diverse epoche storiche (dal XIV al XVIII sec.), si presentava in una condizione di notevole degrado e con una parte diruta a seguito dei bombardamenti della II guerra Mondiale. Il progetto ha individuato le strategie di restauro e di ricostruzione salvaguardando l’impianto del Palazzo e gli elementi storico architettonici presenti seppur in condizioni di estremo degrado e fatiscenza.

Il progetto ha affrontato il tema dell’inserimento delle nuove funzioni (residenziali e ricettive con annessi servizi) con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare le componenti di maggiore pregio architettonico in quanto testimonianza della storia del complesso edilizio. In particolare, la presenza di un repertorio di archi interni di notevole valenza (gotico catalani, a sesto acuto a doppia ghiera, a tutto sesto) insieme alle bifore policrome presenti sia all’interno e, soprattutto, nella fronte principale del Palazzo, hanno dato vita ad una azione di restauro conservativo di particolare interesse e complessità.

La ricchezza storica dell’edificio è stato uno degli elementi di riferimento per definire il sistema funzionale.

Al primo piano si sviluppa uno spazio comune delimitato da un grande arco gotico catalano e da un insieme di archi a tutto sesto risalenti al ‘500.

La combinazione spaziale e l’inserimento di materiali quali la resina per le pavimentazioni e il Corten per alcuni rivestimenti ha determinato un particolare equilibrio fondato sull’azione combinata di preesistenze storiche e soluzioni di cultura contemporanea.

Il loggiato del piano nobile (2° piano), prospiciente sulla corte, costituisce l’accesso alla zona quattrocentesca con la presenza di bifore policrome ed affreschi settecenteschi. Anche qui i diversi linguaggi si integrano e dialogano con le soluzioni architettoniche che derivano dai nuovi usi a cui sono destinati gli ambienti del Palazzo.

Nella fronte posteriore l’elemento di unione, tra la parte più antica e la ricostruzione dell’edificio diruto, si è adottata una soluzione di cerniera incentrata su una parete continua in acciaio e vetro, un inserto per marcare la linea di collegamento tra le differenti parti del complesso architettonico.

Interventi ricostruttivi
La ricostruzione delle parti mancanti o dirute è avvenuta con utilizzo di materiali e tecniche costruttive proprie dell’edificio, conci di tufo (calcarenite) di dimensioni non convenzionali, selezionata in funzione delle caratteristiche necessarie e con il riutilizzo di conci di antica fattura recuperati dall’edificio medesimo. I conci sono stati posti in opera a doppia testa alternata con diatoni opportunamente inseriti. La ricostruzione ha interessato, prevalentemente la porzione di edificio posta sul fronte dx di via del Celso.

Rifunzionalizzazione per le nuove destinazioni d’uso

La rifunzionalizzazione del complesso immobiliare si è concretizzata con la realizzazione di 44 unità edilizie dalle differenti destinazioni d’uso, più precisamente 7 con destinazione commerciale, 6 dei quali prospicienti la via del Celso ed uno con accesso dalla corte interna; 37 unità con destinazione residenziale.

Al piano terra nella proiezione verso via Candelai si è ubicato un piccolo centro per l’attività di fitness. Nel rifugio antiaereo, posto al di sotto della corte, attraverso un delicato intervento di ricerca e di recupero archeologico, nonché di salvaguardia della configurazione strutturale, si è ubicato un centro benessere.